
La relazione fa la differenza
Creiamo un ambiente solido, con poche regole ma chiare, condivise e rispettate da tutti, in primo luogo dall'allenatore e dalle figure adulte coinvolte: società, collaboratori e genitori.
L'allenatore lavora sulla capacità di relazione con sé stesso e con gli altri. Il fatto di lavorare su sé stessi significa mettere mano al proprio carattere, al proprio modo di fare, al proprio sapere e al saper fare con l'obiettivo di avere un buon rapporto con sé stessi e di avere piacere di lavorare per diventare una persona migliore. Solo in questo modo si può arrivare a cogliere l'obiettivo di saper far fare, di saper tirare fuori il meglio da chi lavora con noi. Non entrare in relazione significa dispensare saperi come dei buoni manuali senza anima, senza cuore, insomma dei veri tutorial.
Per allenare serve conoscere la storia dei ragazzi che abbiamo difronte, le loro dinamiche, conoscere il loro mondo, l'ambiente dove vivono e più la differenza di età che aumenta non sempre aiuta. Ma le sfide più sembrano impossibili e più affascinano, non resta quindi che coglierle con consapevolezza, umiltà e una buona dose di coraggio.

Questo è possibile se creiamo un ambiente solido, con poche regole ma chiare, condivise e rispettate da tutti, in primo luogo dall'allenatore e dalle figure adulte coinvolte: società, collaboratori e genitori.
Stimolare la crescita sana dei ragazzi coinvolgendoli nei processi di apprendimento resta l'obiettivo principale per aiutarli crescere come giocatori pensanti cercando di metterli nella condizione di agire e non semplicemente di eseguire.
Coach Anto