Allenare in tempo di quarantena
La pallacanestro si gioca guardando il canestro e passando la palla avanti!
In questo tempo di quarantena ci si accorge ancor di più che il mestiere dell'allenatore è un bel mestiere perché fatto di relazione. Quella relazione che un video, un social, un appuntamento in streaming non possono sostituire. Lodevoli e utili tentativi che mostrano il desiderio di mantenere un contatto senza il quale rischieremmo veramente di rimanere ibernati.
Ci manca l'andare in palestra dove ogni giorno troviamo 10/15 ragazzi o ragazze con dei volti, con delle emozioni che ci ascoltano e che probabilmente hanno interesse verso quel che facciamo ed hanno fiducia in noi. Allora si può usare il tempo per formarsi, per studiare, per approfondire senza però poter sperimentare direttamente sul campo e in qualche modo ci fa sentire comunque responsabili e ciò ci permetterà di essere più preparati al nostro rientro.
Entri nelle case con cauto ottimismo con l'obiettivo di incontrare prima ancora che di informare e formare senza poter ignorare cosa si sta vivendo in ogni famiglia. Provi a sperimentare prima di tutto quanto la connessione virtuale non ti restituisca neppure la millesima parte di quello che anche solo un "batti il cinque ragazzo" potrebbe trasmetterti.
Scopri (se ce ne fosse stato bisogno) che la "connessione" (quella vera) è fatta di passione, di sguardi, di voci, di odori, di passaggi, di incazzature, di pacche sulla schiena e altro ancora che davamo per scontate perché normali e forse ci mancano proprio perché in quella straordinaria normalità ritroviamo il nostro essere "vivi".
Mi auguro che quando tutto questo finirà torneremo sul campo con la voglia di riabbracciare i nostri ragazzi; avremo delle ferite da curare, delle lacrime da asciugare consapevoli che la pallacanestro si gioca guardando il canestro e passando la palla avanti!